Viviamo in un mondo molto decoroso.
Instagram è molto decoroso.
Il punto è: cosa c’è di decoroso nel censurare una vignetta sulla violenza sulle donne, che, va da sé, se la prende con gli uomini violenti, e lasciar su pagine in cui maschi frustrati danno sfogo alla loro misoginia?
La forma.
Ci sono pagine, come quella che mi ha preso di mira: “il_toro_pensante” (ex “pensiero_maschile”, ex “Diritti maschili” e chissà quante altre volte dovrà cambiare nome per provare ad aver salva la faccia), che si divertono a fare cyber bullismo:
E che, a botte di lotte davvero importanti:
(Gli assorbenti non sono di vitale importanza. Insanguiniamo il mondo!
Che poi effettivamente quello delle medicine è un problema esclusivamente maschile: le donne non si ammalano mica)
non cercano affatto di diffondere odio per le donne, volendo far passare quest’idea – molto decorosa e per nulla intrisa di odio maschilista – che sono gli uomini le vere vittime di questa società.
Pagine come questa esistono sui social network perché, appunto, la sostanza non conta nulla: è la forma ciò che importa sui social la cui policy ritiene di gran lunga peggio un capezzolo femminile che l’apologia di fascismo.
Pagine così vogliono a tutti i costi promuovere l’idea -profondamente machista- che la violenza sia tutta uguale: per cui tuo marito che ti ammazza perché per lui sei una cosa sua, e quindi dispone della tua vita a 360 gradi, è proprio come un fulmine che ti cade in testa e ti lascia stecchito (cattivo, fulmine!).
Perché i morti sono tutti uguali.
Ma se nella società in cui viviamo non siamo, di fatto, tutt* ugual*, perché affermare l’esatto opposto?
Perché se siamo già tutt* ugual*, non ha senso lottare per l’uguaglianza. O, ancora meglio, per l’equità.
Sarà forse questo l’intento di pagine simili?
Fare del sano benaltrismo, per inebetire la gente in modo che chi è in una condizione di svantaggio nella società non lotti, perché tanto “siamo tutti uguali“?
Molto petaloso, tuttavia molto poco realistico.
Ma quindi a questa gente interessa davvero sensibilizzare le persone per delle ingiustizie, o il loro scopo, manco troppo celato, è soltanto spargere odio contro le donne?
A giudicare dalla mia esperienza personale, la seconda. Allego alcuni dei messaggi che i loro (pavidi) follower mi hanno inviato privatamente su Instagram:
Ma forse è una cosa che avviene a loro insaputa.
Forse non si rendono conto di fomentare persone già profondamente misogine (pure se scrivono ste cose, totalmente indisturbati, sotto ai loro post:)
Ebbene Instagram mi ha censurata grazie a questi elementi. E voglio ringraziare profondamente Zuckerberg perché da tutta sta storia ho imparato che amore va bene (basta che non ci siano capezzoli femminili in bella vista, signora mia) e odio è sbagliato (se è quello di chi sta peggio, che diventa lotta per una condizione migliore. Se invece viene dai privilegiati -maschi, bianchi, cisetero- chiudiamo un occhio, ci sarà un motivo se sono privilegiati, se lo saranno meritato).
Motivo per cui penso che i social network, essendo piattaforme private, non sono e non potranno mai essere spazi di lotta.
Motivo per cui, nel caso in cui venissi bannata, tornerò a pubblicare qua le mie vignette.
Motivo per cui io continuerò a disegnare (e loro a sbavare).